Riunione in Regione rimandata, problemi ancora sul tappeto e universitari sul piede di guerra. A complicare la ripartenza della quotidianità accademica calabrese d’altronde non c’è soltanto l’andamento della curva epidemiologica in peggioramento ovunque, ma anche il mancato confronto tra la Regione e gli studenti. Da qui l’insofferenza di una popolazione accademica che non sembra aver proprio digerito lo slittamento a data da destinarsi di un incontro già calendarizzato tra i loro rappresentanti e il presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, proprio a ridosso della settimana nella quale i quattro rettori delle università calabresi torneranno a fare il punto della situazione per decidere se restare in didattica a distanza o tornare alle lezioni in presenza pur nel rispetto delle restrizioni anti-contagio da Covid-19. La cautela delle università di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria che riguarda anche l’ateneo per stranieri operativo sullo Stretto e d'altronde antecedente all'ordinanza, poi revocata dal tribunale amministrativo regionale, che Spirlì, aveva emanato al fine di sospendere la didattica in presenza per tutte le scuole di ogni ordine grado. A determinare il rinvio della ripartenza c'era anche la speranza che entro il 22 marzo la regione potesse dare risposte esaustive per quel che concerne vaccini e trasporti.
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