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Cellulare occultato nelle parti intime da un detenuto nel carcere di Vibo

Il carcere di Vibo

“Nel pomeriggio odierno un altro telefono cellulare occultato da un detenuto nelle parti intime è stato rinvenuto dalla Polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Vibo Valentia. È il secondo rinvenimento in pochi giorni, ma l’ennesimo di una lunga serie e che dimostra come le donne e gli uomini del Reparto vibonese, agli ordini del Dirigente Aggiunto Salvatore Conti, operino con costante attenzione e meticolosità, nonostante le difficoltà connesse all’emergenza pandemica e quelle ataviche derivanti dall’insufficienza di organici, mezzi ed equipaggiamenti”. Così Francesca Bernardi, segretario territoriale della Uilpa Polizia Penitenziaria, commenta la notizia del rinvenimento di un telefono cellulare nell’illecita disponibilità di un detenuto del circuito ad alta sicurezza all’atto dell’ingresso, proveniente da altro carcere.
La leader sindacale poi spiega: “Interrompere le comunicazioni fraudolente per rallentare i contatti con sodali esterni utili al perseguimento di trame delinquenziali, è uno dei principiali obiettivi della pena detentiva, il cui effetto viene in gran parte vanificato dal possesso da parte dei detenuti di mezzi di comunicazione fraudolenta. Questo ancor di più in un territorio dove pesante è la cappa della criminalità organizzata la quale, come sembra emergere anche dal processo “Rinascita-Scott” che si sta celebrando in questi giorni, si era spinta sino a tentare di imporsi persino all’interno della Casa Circondariale. Anche per questo, ancora una volta, – conclude Bernardi – rivolgiamo il nostro plauso e il nostro vivo ringraziamento alle donne e agli uomini del Reparto del Corpo di polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Vibo Valentia”.

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