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Fedeli con i guanti per la comunione a Vibo. Il vescovo: ingiustificabile abuso

Monsignor Luigi Renzo ammonisce i parroci che esigono la copertura delle mani

Il vescovo Luigi Renzo

Alcune lamentele giunte nei giorni scorsi presso la Curia vescovile relative al fatto che qualche parroco «esige dai fedeli l’uso dei guanti per ricevere la Comunione» hanno indotto il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo ad emanare una nota chiarificatrice indirizzata a tutti i parroci e ai fedeli della diocesi. Nel documento si confermano in particolare le istruzioni circa il modo di distribuire e di ricevere la “Santa Eucarestia” come illustrato nella notificazione del giugno scorso e si rammenta che «l’uso di ricevere la S. Comunione nella mani sovrapposte come fosse un piccolo trono in cui accogliere Gesù è presente nella chiesa apostolica», come documenta nelle sue catechesi San Cirillo di Gerusalemme. Ma andiamo nei particolari della comunicazione vescovile dai torni fermi trasmessa alla vigilia delle festività di San Giuseppe alle oltre 130 parrocchie della diocesi, con l’invito a pubblicizzarne i contenuti. «Essendo arrivate – scrive di proprio pugno il presule – segnalazioni preoccupate e scandalizzate perchè qualche sacerdote esige dai fedeli l’uso dei guanti o di un fazzoletto di lino sulle mani per poter ricevere la Santa Eucarestia, di questo  abuso si fa assoluto divieto». Da qui la decisione del pastore diocesano di considerare «disobbedienza grave il ripetersi di tale assurdità. Come si ricorderà – osserva il presule – abbiamo accolto come liberatorio il contestatissimo uso dei guanti da parte del sacerdote per la distribuzione dell’eucarestia durante la prima fase della pandemia. Ma ora non si giustifica – fa sapere il vescovo – imporre ai fedeli, come purtroppo viene fatto da qualcuno, l’uso dei guanti monouso o un fazzoletto di lino sulla mano “come piccolo corporale divino” preventivamente fatti benedire dal sacerdote o benedetti da se stessi con un po’ di acqua benedetta per essere ammessi a ricevere la comunione».

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