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Il nodo dell’Azienda ospedaliera unica di Catanzaro. Nuovo flop nel palmarès della politica

Lo stop della Consulta alla norma regionale pone interrogativi sulla qualità legislativa

Una veduta aerea del policlinico dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” di Catanzaro

Non sarà una maledizione ma c’è evidentemente qualcosa che non quadra nell’ormai eterna vicenda integrazione delle Aziende ospedaliere cittadine. Tutti la vogliono, tutti si impegnano affinché si arrivi finalmente all’obiettivo ma poi, puntualmente, tutto finisce in un buco nell’acqua. Quello arrivato martedì, con la dichiarazione di incostituzionalità della legge regionale modificata l’anno scorso proprio nel mese di aprile, è stato l’ennesimo flop lungo questo percorso che, nelle aspettative, dovrebbe imprimere un passo del tutto nuovo alla sanità in tutte le sue sfaccettature, con la creazione del più grande polo calabrese, con un’Azienda ospedaliero-universitaria in grado di dare risposte importanti alle esigenze dei cittadini. Ma se il progetto e l’idea di fondo sono di alto profilo, assai meno entusiasmante si è finora rivelato il percorso legislativo, disseminato di numerosi ostacoli e con “affossamenti” di progetti in realtà interessanti.

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