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Azienda unica a Catanzaro, pressing dai territori

La bocciatura della legge regionale da parte della Consulta smuove le associazioni sanitarie

Una veduta aerea del policlinico dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” di Catanzaro

La creazione dell’Azienda ospedaliera unica sarà affidata a un nuovo provvedimento legislativo che, si spera, verrà fatto avendo bene a mente la sentenza della Corte costituzionale che ha “asfaltato” i provvedimenti normativi regionali presi negli ultimi due anni al riguardo. Tra l’uno e l’altro non è stata azzeccata nessuna delle misure auspicate: si è tentato di scavalcare l’impossibilità di creare un’Azienda ospedaliero-universitaria nuova, senza invece procedere all’incorporazione della “Pugliese-Ciaccio” nella “Mater Domini”; si è previsto l’inserimento dell’ospedale di Lamezia Terme pur non essendo, questo presidio, previsto nel programma operativo vigente né nei decreti commissariali; si è tentato di dare al presidente della Regione un ruolo nella definizione dei rapporti tra Regione e Umg, mentre il Consiglio dei ministri ha demandato tale incarico al commissario ad acta per il Piano di rientro. Per tacere della genericità e poca chiarezza della norma evidenziata dal governo nel ricorso, ma questo è un aspetto che non ha avuto esiti nelle motivazioni della sentenza.
Certo è che ora anche i territori cominciano a mobilitarsi per provare a dire la loro su una questione così rilevante, dalla quale dipende la formazione di quella che sarebbe la più importante Azienda ospedaliero-universitaria della Calabria, che dunque non dovrà essere creata ex novo ma dovrà semplicemente essere la “Mater Domini” in versione allargata, cioè con l’aggiunta della “Pugliese-Ciaccio”.

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