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Guardavalle, l’evoluzione sorprendente dei Gallace

I retroscena dell’operazione “Molo 13”, sul traffico internazionale di droga, sfociata in 20 arresti

L'operazione condotta dalla Guardia di Finanza

Potente, all’avanguardia, dotato di sofisticati sistemi tecnologici per eludere le intercettazioni, il clan Gallace, radicato a Guardavalle, ma capace di intessere relazioni criminali fra il Sudamerica e il Nord Europa, gestiva un traffico di droga a livello internazionale, stroncato all’alba di ieri dalla Dda di Catanzaro. Ad aprire una crepa nella granitica organizzazione e a mettere sulla giusta strada gli investigatori sono state le dichiarazioni del pentito Antonio Femia, arrestato nel 2013 nell’ambito dell’operazione “Santafé”. Broker del narcotraffico, Femia ha raccontato agli inquirenti il ruolo della famiglia Gallace, dotata di canali diretti di approvvigionamento della droga tramite i fornitori sudamericani e specializzata nel trasporto dello stupefacente dal Nord Europa a Milano. Dichiarazioni che hanno trovato puntuale riscontro nelle indagini delle Fiamme gialle. Riferendosi a Bruno Gallace, Femia dice al magistrato: «...trasporto su gomma lo fanno più che altro i Gallace... la portano dal Belgio a Milano». Era lui che si occupava di importare in Italia la cocaina che sbarcava nei principali porti del Nord Europa. Ed aggiunge: «Per quanto è a mia conoscenza, il trasporto della droga che i Gallace facevano giungere in Italia, avveniva su gomma e la destinazione era prevalentemente Milano.

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