Mentre la ministra per il Sud Mara Carfagna annuncia durante il question time in Senato che la quota del Pnrr destinata alle regioni del Mezzogiorno passa dal 34 al 40%, i docenti universitari di Trasporti di Calabria e Sicilia portano avanti le loro proposte per «i tre interventi che non possono mancare» nel Piano che deciderà come verranno investiti gli oltre 200 miliardi del Recovery Plan. Dopo le Smart roads e l’Alta velocità ferroviaria l’attenzione degli addetti ai lavori si è concentrata sui porti di Gioia Tauro e Augusta, rispettivamente il primo in Italia nelle attività di transhipment di merci containerizzate e il secondo (assieme a Santa Panagia) per le rinfuse liquide. I docenti ne hanno discusso in un webinar introdotto da Thierry Vanelslander dell’Università di Anversa e a cui hanno partecipato anche i parlamentari Silvia Vono e Antonio Viscomi. Paola Panuccio, relatrice dello studio condotto dal gruppo di ingegneri trasportisti dell’ateneo reggino, si è concentrata sulle prospettive di Gioia Tauro illustrando gli interventi proposti per porto (bacino di carenaggio, roro di altura, carpenterie per i contenitori) e retroporto (logistica generale, agroalimentare, metalmeccanica e dell’automotive) per un costo stimato in mezzo miliardo di euro da reperire tra Pnrr e Pon 21-27.
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