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Stalettì, «L’area di Caminia non è demaniale». Gli abitanti fanno leva su una perizia

Il tentativo di scongiurare la demolizione delle case abusive

Alcuni mobili rimasti in strada dopo uno sgombero della settimana scorsa a Caminia di Stalettì

I contenuti della conferenza stampa dell’amministrazione comunale riverberano nel paese di Stalettì in cui si fanno forti le contrapposizioni in una vicenda che divide interessi e condiziona relazioni interpersonali. Il tentativo di chiarificazione dell’amministrazione comunale riesce a metà, dipana i dubbi sulla visione della maggioranza, ma non svelta in modo definitivo le dinamiche che hanno determinato la situazione attuale, su cui pesano le ordinanze delle 71 villette sgomberate nella frazione marina del Comune. Il primo cittadino aveva chiesto il confronto con gli ex sindaci Concetta Stanizzi e Pantaleone Narciso, ma era stato rifiutato in sede di conferenza stampa in cui sono rimaste vuote le sedie a loro riservate e ora a chiederlo sono anche gli abitanti di Stalettì che rivendicano la possibilità di chiarire le dinamiche che hanno portato all’occupazione dei suoli, avvenuta in modo non arbitraria da chi oggi è etichettato come abusivo. L’idea è quella di un consiglio comunale aperto che risulta però poco praticabile in tempi di pandemia. La strada che gli occupanti delle villette intendono percorrere è allora ora quella dei ricorsi alle ordinanze, da ancorare a un super perizia stilata da professionisti pronti a dimostrare che il terreno su cui sono sorte le villette non sarebbe demaniale.

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