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Crotone, l’affare dei permessi ai migranti. Chiusa l’inchiesta con 15 accusati

La Procura ipotizza l’esistenza di due associazioni che lucravano sulle pratiche di asilo

La questura di Crotone

A due mesi dal blitz, la Procura di Crotone ha chiuso il cerchio sull’inchiesta “Ikaros” che ipotizza l’esistenza di due presunte organizzazioni che, tra il 2017 e 2020, avrebbero lucrato sulle pratiche per i permessi di soggiorno “facili” concessi agli immigrati. Il pubblico ministero Alessandro Rho, ha fatto notificare l’avviso di conclusione indagini a 15 persone tra avvocati, poliziotti, mediatori culturali e ad altri pubblici ufficiali. Devono rispondere a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso, corruzione e violazione delle norme sull’immigrazione. Con l’operazione condotta dagli agenti della Squadra Mobile, è emerso che alcuni stranieri e mediatori, in contatto con i loro connazionali in Iraq o all’estero, fungevano da procacciatori di clienti per gli avvocati che, per conto di migranti che non né avrebbero avuto diritto, con documentazione fasulla presentavano richiesta per il riconoscimento della protezione internazionale alle Questure di Catanzaro e Crotone. E così, una volta avviata la pratica, il richiedente che si trovava in Iraq veniva avvisato della fissazione dei vari appuntamenti come il foto-segnalamento, l’audizione alla Commissione territoriale della Prefettura e il ritiro del permesso di soggiorno, in occasione dei quali giungeva in Italia munito di un visto turistico, per poi rientrare nel Paese da cui chiedeva di essere protetto.

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