Annunciato in una conferenza stampa fiume di qualche settimana fa, il ricorso contro il decreto di scioglimento del consiglio comunale di Guardavalle è stato notificato al Tar del Lazio. Il ricorso, proposto dall’ex gruppo di maggioranza del Comune, con il patrocinio degli avvocati Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti, mira all’annullamento del decreto che, secondo i ricorrenti, presenta dei punti di criticità. Nel ricorso sono, dunque, passati in rassegna varie questioni che hanno indotto la Prefettura a proporre lo scioglimento del consiglio comunale. Con riferimento al caso eclatante della statua del santo patrono, nel ricorso viene evidenziato che non vi è stata mai, in nessuno degli attori istituzionali che si sono avvicendati nel Comune, la percezione che potesse trattarsi di un simbolo controindicato, visto che si trovava davanti al municipio da 12 anni, nei quali l’ente è stato governato anche da commissari prefettizi e visitato da parlamentari della Repubblica. È stato, inoltre, evidenziato il fatto che, non appena a quella statua sono stati ricondotti eventuali significati di soggezione alla criminalità, l’ex amministrazione, targata Pino Ussia, sia fosse attivata per deliberarne la rimozione, prima ancora della messa in onda del servizio di “Striscia la notizia”.
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