La richiesta di archiviazione per tenuità del fatto nell’ambito dell’inchiesta Gettonopoli non basta alla consigliera comunale Manuela Costanzo. Attraverso il suo avvocato Giuseppe Pitaro ha presentato opposizione chiedendo al gip di disporre che il pm formuli «una pronuncia più favorevole o, in subordine, la prosecuzione delle indagini». La vicenda trae origine dalle due richieste di archiviazione emesse dalla Procura. Per quattro persone, Nicola Fiorita, Gianmichele Bosco, Eugenio Riccio e Demetrio Battaglia, il pubblico ministero ha deciso, dopo averli sentiti, di presentare richiesta di archiviazione poiché «l’Ufficio di Procura riteneva nei loro confronti non possibile l’esercizio dell’azione penale alla luce dei chiarimenti offerti». Per gli altri 18 consiglieri invece che hanno deciso di restituire le somme contestate al Comune la richiesta di archiviazione per tenuità de fatto si è basata su tutt’altri presupposti. Il pm Pasquale Mandolfino ha parlato di superficialità e insensibilità istituzionale descrivendo l’agire dei 18 consiglieri. Tra questi anche la Costanzo che ha versato 1.419 euro nelle casse del Municipio. Per l’avvocato Pitaro «l’impugnato provvedimento è caratterizzato da una motivazione non condivisibile poiché quantomeno illogica e contraddittoria sul piano della valenza processuale tra la posizione della mia patrocinata e quelle dei quattro indagati “beneficiari” e destinatari di richiesta di archiviazione (più favorevole)».
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