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Vibo, operazione "Trailer Free". Falvo: "Denuncia dei cittadini è fondamentale"

Camillo Falvo

"Un’operazione che nasce dalla denuncia della persona offesa e dalla solerzia di un carabiniere che, immediatamente, ha svolto il suo dovere portando all’attenzione della Procura quanto stesse avvenendo".

Lo ha detto il procuratore capo di Vibo Valentia, Camillo Falvo nella conferenza stampa seguita all’operazione "Trailer Free" che ha portato all’arresto di 5 persone, mentre per altre due sono state emesse delle misure alternative. Smantellata una banda attiva nella zona tra il Vibonese e la piana di Gioia Tauro, specializzata nei furti di automezzi con il metodo del "Cavallo di ritorno".

Il procuratore, presente all’incontro con i giornalisti assieme al Pm Eugenia Belmonte, al colonnello Bruno Capece e al tenente Luca Domizi, ha voluto lanciare un nuovo appello alla popolazione evidenziando come la «capacità di ingerenza della criminalità nel tessuto produttivo vibonese, sia favorita dalla crisi pandemica e poi economica. Criminalità che ha invece enormi risorse, che immette denaro illecito per riciclarlo o per commettere reati in materia di usura. Pertanto, tutti coloro i quali dovessero approcciarsi a soggetti poco affidabili - ha sostenuto - stiano molto attenti e quando notano avvisaglie di questo tipo contattino la Procura o le forze dell’ordine. Già molti lo fanno ma questo momento storico è particolare e delicato e quindi bisogna mantenere alto il livello di attenzione».

"Il "Cavallo di ritorno" - ha aggiunto Falvo - è un fenomeno odioso che un tempo era molto diffuso a Pizzo dove si
verificavano numerosi furti d’auto ai danni di persone che avevano appena comprato il mezzo e per riottenerlo dovevano sborsare somme di denaro sempre più alte". Le indagini hanno messo in luce "anche la presenza di un esponente ritenuto legato ai Bellocco, Pietro Bellocco, che ha operato con soggetti della Piana e la complicità di individui del Vibonese".

"È fondamentale che in questo momento - ha detto ancora Falvo - i cittadini capiscano l’importanza di denunciare. Dopo un anno e mezzo dal mio insediamento a Vibo si è visto che la macchina della magistratura requirente è ormai a pieno regime. Adesso serve l’aiuto della gente per spingere al massimo sull'acceleratore".

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