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'Ndrangheta, il collaboratore Mantella: i voti delle cosche per Scopelliti

L'aula bunker di Lamezia Terme dove si sta celebrando il processo Scott-Rinascita

Soldi in cambio di voti per Giuseppe Scopelliti, candidato alla presidenza della Regione Calabria, poi eletto. Lo ha detto il collaboratore di giustizia Andrea Mantella nel corso del processo Scott Rinascita, parlando del «patto» stretto col factotum di Pantaleone Mancuso "Scarpuni", Michele Palumbo, col quale si era dato appuntamento all’interno del Cin Cin bar di Vibo Valentia. «La 'ndrangheta - ha aggiunto Mantella rispondendo alle domande del sostituto procuratore Andrea Mancuso - aveva fatto fronte comune per fare eleggere Scopelliti alla Regione». Dopo avere stretto l’accordo con Palumbo, Mantella si rivolse a Domenico Camillò, capocosca dei Pardea-Ranisi, famiglia criminale numerosa, senza contare che Camillò aveva lavorato per tanti anni all’interno dell’ospedale. Il periodo era, ricorda Mantella, fine 2008 inizi del 2009, e Mantella promise a Camillò 50 euro a voto. In quel periodo pentito ricorda che era degente a Villa Verde e, quando andava in permesso a Vibo Valentia, «svolgevo attività 'ndranghetistica». A Camillò andarono 10/15mila euro «con i quali lui ha pagato i voti». Una somma altrettanto consistente la trattenne lo stesso Mantella. L’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti (già condannato per altre vicende a Reggio Calabria) non figura, comunque, fra gli imputati del maxiprocesso Scott Rinascita.

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