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L’affaire dei permessi illegali ai migranti a Crotone. A giudizio avvocati, mediatori, poliziotti

La decisione del gup al termine del procedimento nato dall’indagine conclusa tre mesi fa

Il tribunale di Crotone

Inizierà il 12 luglio prossimo davanti al Tribunale collegiale di Crotone il processo per 10 degli imputati coinvolti nell’inchiesta “Ikaros”; altri tre invece come già annunciato hanno formalizzato ieri la pena già patteggiata; mentre altri due hanno optato per il rito abbreviato. A tre mesi dal blitz, ieri s'è conclusa così davanti al gup Michele Ciociola, l'udienza preliminare del procedimento scaturito dall'operazione della Polizia di Stato che ha fatto luce sull'esistenza di due presunte associazioni a delinquere - formate da avvocati, poliziotti, mediatori culturali e altri pubblici ufficiali - che tra il 2017 e 2020 avrebbero lucrato sulle pratiche per i permessi di soggiorno “facili” concessi agli immigrati. Sono stati rinviati a giudizio: gli avvocati Salvatore Andrea Falcone, Irene Trocino, Gabriella Panucci e Sergio Trolio; il poliziotto dell’ufficio immigrazione della Questura di Crotone, Rocco Meo; l’agente della Polizia locale, Alfonso Bennardis; e infine, i mediatori culturali: Makwan Karim, detto Marco, Intzar Ahmed, Khasro Abdulhameed Mohammed Mohammed e Rachida Lebkhachi. La pena concordata di 1 anno e 10 mesi di reclusione è stata applicata dal giudice all’avvocato Gianluca Malena e ai mediatori culturali, Jahfar Safi Zada e Ur Rehman Atta. Il rito alternativo (che prevede lo sconto di in terzo della pena in caso di condanna) è stato scelto dal poliziotto dell’Ufficio immigrazione, Salvatore Panciotto e dal componente della commissione territoriale della Prefettura, Gennaro Mazza.

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