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Chiaravalle, con Emanuele Mancuso fu “attrazione fatale”

Il ruolo predominante dei fratelli Fabiano di Chiaravalle al centro dell’operazione che ha portato a 30 arresti nel Basso ionio

Parte del materiale sequestrato durante l'operazione Anteo

Dai rapporti di parentela ostentati con la cosca Procopio-Mongiardo di San Sostene, a quelli con il super pentito Emanuele Mancuso, i fratelli Fabiano di Chiaravalle si muovevano all’interno di un contesto criminale ad alto tasso ’ndranghetistico. Ma quel legame con Mancuso che, arrestato nell’operazione “Nemea”, ha iniziato a collaborare con la Dda, è stato fatale, perché le dichiarazioni del pentito sono state utili agli inquirenti per ricostruire i traffici illeciti di Giuseppe e Damiano Fabiano, accusati, assieme ai sodali, di traffico di droga, furto, detenzione di armi ed estorsione. L’inizio dei rapporti fra Mancuso e i Fabiano risalgono al settembre 2017 quando i due, introdotti da Danilo Cortese, si erano presentati con del denaro per l’acquisto di cocaina. Da quel momento, Mancuso ha ceduto ingenti quantitativi di droga, ma non sulla base di accordi stabili, come si evince dalle stesse dichiarazioni del pentito. «Io però tengo a precisare tra me e Fabiano - ha detto al pm - non c’è stato alcun accordo di fornitura, c’è stato solo uno scambio, un semplice scambio di stupefacente che poi è divenuto un secondo scambio di stupefacente, che poi è divenuto un terzo scambio di stupefacente».

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