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Autobomba di Limbadi, la Cassazione respinge il ricorso della Dda catanzarese

Le accuse non reggono neanche davanti alla Suprema Corte

L'autobomba di Limbadi

La prima sezione della Corte di Cassazione respinge il ricorso del pubblico ministero contro le ordinanze emesse dal Tribunale del Riesame di Catanzaro, nel novembre 2020, nell’ambito dell’operazione “Demetra 2”. Con le stesse, veniva smantellato tutto l’impianto accusatorio a carico di Filippo De Marco, 40 anni, e Antonio Criniti, 30 anni, originari di Soriano ed entrambi accusati di omicidio e detenzione di armi in quanto ritenuti esecutori dell’omicidio del biologo Matteo Vinci, nonché del ferimento del padre Francesco, fatti avvenuti in località “Macrea” la mattina del 9 aprile 2018. Davanti ai giudici della Cassazione, il collegio difensivo, composto dagli avvocati Pamela Tassone, Vincenzo Cicino, Giorgio e Valerio Vianello Accoretti, ha rimarcato le tesi difensive già delineate davanti al Riesame e che poggiavano sul deposito di due perizie di cui una contenente delle intercettazioni trascritte dalla polizia giudiziaria e una relativa ai tabulati e all’analisi del traffico di alcune celle telefoniche.

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