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Indennità oraria ai medici del “118”. L’Asp di Catanzaro tira dritto sulla restituzione

Il 23 novembre l’udienza davanti al giudice del lavoro

Si svolgerà il prossimo 23 novembre l’udienza davanti alla sezione Lavoro del tribunale civile per discutere dell’azione legale avviata dall’Asp contro 101 medici convenzionati che hanno prestato servizio, o lo prestano ancora, per il servizio di emergenza urgenza territoriale. Al centro, la richiesta di restituzione dell’indennità erogata fino al 2019 per le prestazioni aggiuntive, disciplinata dall’articolo 29 dell’accordo integrativo regionale. Una somma complessiva che si attesta sui 4,4 milioni di euro, oltre ai quali la commissione straordinaria che guida l’Asp chiede ai medici anche gli interessi maturati sin dalla data di corresponsione; somme importanti in alcuni casi, che vanno da poche migliaia di euro fino a 115 mila, per ciascun medico. Somme che l’Asp ritiene essere state «indebitamente percepite» tra il 2010 e il 2019, finite al centro di una lunga disputa che ora si è trasferita anche nelle aule giudiziarie.
Il nodo sta dunque attorno all’interpretazione dell’articolo 29 dell’Air, che parla dei compiti aggiuntivi: tra questi, la diffusione della cultura dell’emergenza e del primo soccorso, la promozione della donazione degli organi, la partecipazione alla revisione dei protocolli operativi e l’aggiornamento del personale sanitario. Fino al 2019, ai medici che fornivano alle Aziende sanitarie la disponibilità a svolgere tali attività è stata corrisposta un’indennità aggiuntiva oraria di 5,50 euro. Peraltro, ciò avviene tuttora regolarmente per i medici convenzionati delle Asp di Reggio Calabria, Cosenza e Vibo Valentia (Crotone ha sospeso l’erogazione ma non ha chiesto la restituzione delle somme).

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