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Cirò Marina, l’accusa chiede pene più pesanti

Requisitoria nel processo d’appello scaturito dalla maxi operazione contro il clan Farao

Il sostituto procuratore della Dda Domenico Guarascio

«In quei territori la ‘ndrangheta decide tutto e controlla interi settori produttivi». Così il sostituto procuratore Domenico Guarascio ha sintetizzato quanto emerso dall’indagine “Stige” concludendo la sua requisitoria nel processo d’appello. Nessuno sconto per le decine di imputati, anzi il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto alla Corte catanzarese di inasprire in molti casi le condanne emesse in primo grado. In particolare ha chiesto ai giudici di annullare le assoluzioni per Alessandro Albano condannandolo a 8 anni; richiesta di 8 anni anche per Domenico Alessio; 3 anni per Lucia Aloe; 8 anni per Agostino Canino; 6 anni e 8 mesi per Amodio Caputo; 6 anni e 8 mesi per Luigi Caputo; 2 anni per Gilda Cardamone; 2 anni per Teresa Clarà; 8 anni per Nicola Flotta; 6 anni per Giuseppe Sprovieri; 8 anni per Roberto Corvo, 8 anni; 8 anni per Giancarlo Fuscaldo, 8 anni; 2 anni per Antonella Rocca; 2 anni per Francesco Rocca. Infine per Domenico Nicola Guarino, anche lui assolto in primo grado, il pm Guarascio ha chiesto la remissione degli atti al giudice di prime cure. Un aggravio di pena invece è stato chiesto per Francesco Basta, 10 anni di reclusione (in primo grado 9 anni e 6 mesi); Martino Cariati, 20 anni di reclusione (in primo grado 15 anni e 4 mesi); Vito Castellano, 20 anni di reclusione (in primo grado 16 anni); Mario Lavorato, 14 anni di reclusione (in primo grado 10 anni e 8 mesi); Domenico Rocca, 10 anni (in primo grado 8 anni); Giuseppe Spagnolo, 20 anni, ( in primo grado 20 anni); Luigi Tasso, 12 anni di reclusione (in primo grado 3 anni, 4 mesi, 34mila euro di multa). Infine il magistrato dell’antimafia ha chiesto alla Corte d’Appello di confermare le altre condanne già emesse in primo grado.

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