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Sull’ex Fornace è braccio di ferro tra Enel e Comune di San Calogero

La Società ritiene illegittima l’ordinanza con cui il sindaco ordina la bonifica

L’ex fabbrica di laterizi a San Calogero dove nel 2018 venne ucciso il sindacalista maliano Soumaila Sacko

Una località “Tranquilla”, solo di nome ma non di fatto. Una località che si estende nel territorio di San Calogero, tra Mileto e Rosarno, tra il torrente Cenerato e un affluente del corso d’acqua Mammella, finita al centro di un’inchiesta per i “veleni” interrati in una ex fabbrica di laterizi e diventata teatro dell’assassinio del sindacalista dell’Usb Soumaila Sacko. Insomma un luogo tutt’altro che “tranquillo” sulla bonifica del quale si innesca oggi il braccio di ferro tra il Comune di San Calogero – che ha diffidato privati ed Enel alla rimozione dei rifiuti nell’area dell’ex Fornace ed il ripristino dello stato dei luoghi – ed Enel Produzione che ritiene illegittimo il provvedimento emanato dal sindaco di San Calogero, Giuseppe Maruca, sulla scorta di un indirizzo di giunta e di una petizione online del Wwf. Ordinanza attraverso cui viene ordinata la bonifica a carico dei proprietari dell’area, del legale rappresentante della Fornace, dei soci dell’ex opificio e di Enel Produzione. Provvedimento per il quale Enel chiederà l’annullamento fiduciosa «che l’illegittimità dell’ordinanza in questione verrà accertata dall’autorità giudiziaria».

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