Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Dasà, addio all’ingegnere Antonio Tripodi

Già sindaco del paese, diacono, storico, vice direttore dell’archivio storico diocesano di Mileto e direttore della biblioteca calabrese di Soriano

Antonio Tripodi

Piange uno dei suoi figli più illustri il paese di Dasà, nel vibonese. Stamattina a 87 anni è morto l’ingegnere Antonio Tripodi, eclettico personaggio i cui interessi hanno spaziato in vari settori. Laureato in ingegneria mineraria e già sindaco del paese, tra il ’70 ed il ’75, Tripodi è stato storico, scrittore, deputato di storia patria per la Calabria, ispettore onorario ai beni archivistici, cofondatore e già direttore della rivista culturale “Rogerius” e dell’istituto della biblioteca calabrese di Soriano, succedendo al compianto Nicola Provenzano, vicedirettore dell’archivio storico diocesano di Mileto, dove ha collaborato con lo storico rifondatore della struttura, monsignor Vincenzo Luzzi, componente del coordinamento delle confraternite diocesane. L’ingegnere Tripodi, inoltre, ha insegnato per decenni elettrotecnica e misure elettriche all’Istituto Industriale di Vibo, dove gli studenti lo ricordano con affetto e tanto timore, per via soprattutto del suo famoso “Ancinu”, così chiamava lui l’uno di voto che quasi sistematicamente metteva ai compiti in classe di tutti i suoi studenti.

Epici alcuni suoi comportamenti a scuola, come il fatto di essere stato sempre presente in classe, anche nelle situazioni più estreme (curvo quasi fino al pavimento e visibilmente sofferente per via del “colpo della strega” che lo aveva colpito o su una sedia a rotelle tutto ammaccato a pochi giorni da un grave incidente in cui aveva distrutto la propria auto). Oppure per la risposta che si dice abbia dato agli incontri scuola/famiglia a più di qualche genitore di studenti che marinavano spesso la scuola: “Se mi portate una foto, magari, - rispondeva goliardicamente - perché io non lo conosco in viso”.

Antonio Tripodi

Le sue vere passioni però erano altre due, rendendolo da questo punto di vista un vero e proprio “bigamo” convinto: la chiesa e la cultura. Antonio Tripodi, infatti, era uomo profondamente devoto, al punto da essere ordinato diacono nel marzo del 1993, carica con cui non mancava di seguire alcuna  funzione religiosa, fosse stata essa a Dasà e nella diocesi di Mileto in generale. E a Mileto era di casa anche per l’altra sua passione, quella, a partire dal 1978, per gli archivi storici, contribuendo alla ristrutturazione di quello di Mileto, insieme all’allora direttore monsignor Luzzi, come anticipato, ed all’attuale direttore, monsignor Filippo Ramondino. Negli archivi amava immergersi per ore ed ore come un vero e proprio “topo”,  curvo su polverosi manoscritti, traendovi importanti ed interessanti documenti inediti ed antichi da cui spesso venivano fuori articoli per riviste specializzate, spunti per partecipazioni a convegni  o libri.  Oltre 300, difatti,  sono gli articoli pubblicati su riviste storiche calabresi ed è stato autore o curatore di una decina di volumi. Rimarranno a memoria sua e della sua opera e saranno un faro d’ispirazione per quanti hanno questa stessa passione. I funerali si svolgeranno domani pomeriggio in forma ristretta per via del Covid presso la chiesa parrocchiale di Dasà,  dove è prevista anche la presenza del vescovo, monsignor Luigi Renzo, o del vicario generale della diocesi.

Tag:

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia