L’imprenditore ha resistito a diversi attentati incendiari, ma è pronto ad andare via se non messo in condizioni di operare: «Se Tim non fa arrivare la banda larga alla zona industriale saremo costretti a trasferirci in un’altra zona fornita dal servizio». È il laconico, eloquente e drastico epilogo cui sarà costretto a giungere Sandro Pagano, imprenditore e consigliere comunale di Arena, nelle Serre vibonesi, se la fibra ottica non verrà portata nell’area del piano d’insediamento produttivo della periferica contrada “Bivieri” del piccolo centro montano, dove è ubicata la sede aziendale e l’ampia esposizione di arredamenti.
La sua azienda produce divani ed ha nove showroom sparsi tra Calabria, Sicilia, Lazio, Lombardia, e Svizzera, offrendo lavoro a trenta famiglie del luogo, anche grazie alla parziale riconversione nella produzione di mascherine e presidi di sicurezza anti-Covid, tra le prime ditte ad avere il via libera in Calabria lo scorso anno a seguito dell’emergenza pandemica. Non una ripicca la sua, ma la reale necessità di avere accesso ad una tecnologia oggi più che mai necessaria a chi fa impresa. Lo è, in generale ed in senso lato, per poter agevolmente raggiungere ed essere raggiunti, anche nell’estrema periferia vibonese, da fornitori e clienti ed essere competitivi su un mercato sempre più esigente e concorrenziale. Lo è per poter mantenere il necessario contatto con le varie sedi dei suoi negozi. Ma ancor di più lo è, nel particolare, per poter avere accesso ai tanti benefici economici e progettuali previsti dal nuovo piano industriale nazionale “4.0”, che tra i requisiti essenziali prevede che una società commerciale abbia l’accesso alla fibra ottica.
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