Mano pesante dell’Ufficio di Procura nei confronti degli imputati (filone con rito abbreviato) del processo “Cassa continua”, l’operazione dei Carabinieri del Comando provinciale che ha incastrato una cellula della ’ndrina Labate, il gruppo che faceva riferimento agli storici affiliati Pietro Toscano e Antonio Laurendi. Ieri davanti al Gup Giovanna Sergi il Pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Diego Capace Minutolo, ha completato la requisitoria, ribadendo le accuse e chiedendo sette condanne, con punte che hanno toccato i 20 anni di reclusione a carico di Antonio Laurendi, uno dei presunti vertici dell'organizzazione. Queste nel dettaglio le altre richieste di condanne: Paolo Falco, 14 anni di reclusione; Francesco Toscano, 15 anni; Massimiliano Latini, 14 anni; Vincenzo Laurendi, 2 anni e 8 mesi; Demetrio Cassalia, 2 anni e 8 mesi; Antonio Ventura, 2 anni e 8 mesi. L’accusa nevralgica dell’inchiesta “Cassa continua”, almeno secondo le conclusioni degli inquirenti ribadite anche nella porzione conclusiva della requisitoria, è di aver fatto parte di un gruppo «espressione della cosca Labate». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio