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La burocrazia "frena" il "Pugliese" di Catanzaro: non si può neanche acquistare una Tac!

Si rivela farraginosa la procedura di potenziamento prevista da Invitalia per l’emergenza sanitaria

Non è bastata la pandemia a sciogliere i nodi burocratici tipici dell’Italia. E ad andarci di mezzo sono anche le Aziende sanitarie e ospedaliere alle prese con programmi e interventi di rafforzamento strutturale e strumentale che rischiano di scontrarsi con logiche ancorate a vincoli e tempistiche incompatibili con la gestione di un’emergenza sanitaria, logiche tutt’altro che volte a garantire rapidità d’esecuzione.

È quanto ha toccato con mano l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” per l’acquisto di una nuova Tac da installare al posto di quella mobile utilizzata negli ultimi mesi ma evidentemente non adeguata a reggere determinati ritmi operativi. Di fatto l’agevolazione è saltata e si sta andando avanti con una procedura negoziata che sicuramente non dà quell’immediatezza di risposta.

Entrando nel dettaglio, si tratta di uno degli interventi previsti dal piano presentato dall’Azienda per il potenziamento dell’area di Malattie infettive e Terapia intensiva Covid, che il commissario straordinario per l’emergenza nazionale ha gestito, assieme a quelli delle altre Aziende, tramite Invitalia.

Ma qualche settimana dopo dall’ufficio del rup arriva una nota nella quale si rileva l’impossibilità di recepire l’accettazione della lettera di commessa perché non preceduta da “adeguato confronto competitivo” come previsto dal Codice degli appalti. In sostanza, l’elenco di Invitalia sarebbe solo un “catalogo” di consultazione da utilizzare anche per affidamenti diretti ove sussistano i presupposti di legge.

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