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'Ndrangheta, "Basso Profilo", chiesto rinvio a giudizio per 78 persone. Tra questi Talarico, non c'è Cesa

Ettore Rosato (Italia Viva), Antonio De Poli (Udc), Anna Maria Bernini (Forza Italia), Lucio Barani e Stefano Caldoro (Nuovo Psi) spezzano una lancia in favore del leader dell'Unione di Centro

Lorenzo Cesa e Franco Talarico

La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per 78 persone coinvolte nell’inchiesta "Basso profilo" condotta contro le cosche di 'ndrangheta del crotonese e la rete di interessi intessuta con politici, imprenditori, pubblici amministratori.

Tra le persone per le quali è stato chiesto il processo c'è l’assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico, dell’Udc, accusato di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso e scambio elettorale politico-mafioso. Non c'è invece il leader dell’Udc Lorenzo Cesa, raggiunto nel maggio scorso da un avviso di conclusione indagini con l’accusa di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso.

Gli altri indagati di spicco

La Procura guidata da Nicola Gratteri ha chiesto il rinvio a giudizio, tra gli altri, anche l’ex presidente di Confindustria Giovani di Crotone Glenda Giglio, per il notaio di Catanzaro Rocco Guglielmo, per l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto, e per l’ex finanziere Ercole D’Alessandro. Talarico, secondo l’accusa, come candidato alle elezioni politiche del 2018, avrebbe offerto il suo appoggio, «in cambio di un consistente pacchetto di voti, per introdurre in ambienti politico-istituzionali nazionali» due imprenditori, presentati anche a Cesa.

Lo scambio elettorale politico-mafioso alle Politiche del 2018

A Talarico, inoltre, viene contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso sempre in relazione alla
candidatura alle politiche del 2018. In quella occasione, per l'accusa, si sarebbe incontrato con alcuni referenti reggini dell’imprenditore Antonio Gallo - ritenuto imprenditore di riferimento dei clan del Crotonese - «dichiaratamente vicino all’ex senatore Antonio Caridi», «in particolare Natale Errigo (anch’egli indagato, ndr) -
imparentato con esponenti della cosca De Stefano-Tegano di Archi».

Le reazioni

«Apprendo con grande piacere e soddisfazione la decisione dei procuratori di Catanzaro di non rinviare a giudizio Lorenzo Cesa e di stralciare la sua posizione dall’indagine. Sono sempre stato convinto Lorenzo fosse una persona perbene che nulla aveva a che fare con le organizzazioni criminali coinvolte in questa inchiesta». Lo afferma il vicepresidente della Camera dei deputati e presidente di Italia Viva, Ettore Rosato. «Sono felice, per lui e la sua famiglia, si sia chiusa subito questa vicenda che, come dimostra la decisione di oggi, lo vedeva assolutamente estraneo», conclude.

«Non ho mai dubitato. La decisione della Procura di Catanzaro di stralciare la posizione dell’onorevole Lorenzo Cesa ci soddisfa e dimostra che avevamo ragione quando, mesi fa, pur affidandoci al lavoro della magistratura, eravamo convinti dell’innocenza del segretario e della sua estraneità ai fatti contestati». A dirlo è il presidente nazionale Udc, Antonio De Poli.
«Oggi si chiude una pagina che è stata drammatica non solo per la comunità dell’Udc ma soprattutto e ancor di più a livello personale e per la famiglia di Lorenzo. A lui e ai suoi familiari intendo stringermi, ancora una volta, affettuosamente. Il mio auspicio - conclude il senatore Udc - è che i media diano la stessa rilevanza alla notizia di oggi rispetto a quanto è accaduto lo scorso febbraio».

«Mai avuto dubbi sulla correttezza e sul profilo di Lorenzo Cesa». Così Lucio Barani e Stefano Caldoro, in rappresentanza della comunità Liberalsocialista del Nuovo Psi, sullo stralcio della sua posizione nella richiesta di rinvio a giudizio. «Lorenzo, in questi mesi, ha scelto una linea di serietà e compostezza, ha atteso la decisione. È il clima che deve valere sempre ed è la conferma che, in ogni circostanza, la scelta garantista è la via da seguire. Per tutti», concludono.

«La decisione della procura di Catanzaro di stralciare la posizione di Cesa dall’indagine sulla 'ndrangheta non mi sorprende affatto, conoscendo bene e da sempre la sua integrità morale. Mi sorprese molto invece l'avviso di garanzia che lo raggiunse, col relativo clamore mediatico e processi anticipati nei talk-show, in base a indizi che non erano neppure tali, come gli stessi magistrati hanno ora riconosciuto. Sono felicissima per lui e per la sua famiglia: questa decisione lo restituisce a pieno titolo all’attività politica, anche se nessuno potrà restituirgli la serenità perduta in questi mesi». Lo afferma in una nota il presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini. 

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