Non un’organizzazione finalizzata alla gestione illecita dei rifiuti, bensì «singole attività» delittuose che sarebbero state compiute dagli indagati in base a «specifiche situazioni». Da un lato cade l’accusa di associazione a delinquere per Antonella Stasi, la 55enne ex presidente facente funzioni della Regione, e per le altre 5 persone coinvolte nell’inchiesta “Erebo Lacinio” della Procura distrettuale di Catanzaro, su una presunta frode mirata a percepire indebitamente fondi pubblici per 14.532.920,86 euro e su un traffico di rifiuti legato alla produzione di energia da biogas. Mentre dall’altro, continua in parte a reggere il restante quadro indiziario contestato dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, che hanno coordinato le indagini condotte dalla Guardia di Finanza.
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