Probabilmente l’avevamo sognata tante volte la scuola che non chiude mai le porte e accoglie bambini e ragazzi anche dopo la fine delle classiche lezioni. Il film che ci passa per la testa è quello americano. Scuole enormi dove si entra al mattino e si esce la sera, corridoi dalle lunghe file di armadietti, cheerleader e fantastiche partite di football, con i genitori ad applaudire sulle tribune. Una scuola, insomma, dove tutto le ruota attorno e che, da mamma lavoratrice, ho tanto desiderato. Quest’anno, forse, sarà possibile averla anche nel quartiere della città o paese dove abitiamo. Il vantaggio che si prospetta non è solo salutistico o pratico, ma soprattutto educativo e formativo. Le attività didattiche che si avvalgono di laboratori artistici, ricreativi e sportivi, si prefigurano, in qualsiasi periodo dell’anno – tanto più dopo l’isolamento e la mancanza di socialità del lockdown – come vere palestre di relazioni perché incoraggiano la coesione tra gli scolari, ampliano amicizie e conoscenze, stimolano i processi di socializzazione e consentono di guadagnare in benessere e apprendimento. Ma per rafforzarle occorre estendere il tempo scuola, spostare in là il solito calendario, tra fine giugno, luglio e agosto, per intenderci.
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