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'Ndrangheta a Crotone, sequestrato immobile dal valore di 95mila euro

Il sequestro posto nei confronti di un soggetto legato alla cosca "Bonaventura-Vrenna-Corigliano"

Le fiamme gialle di Crotone, nell’ambito nel progetto denominato “Negotia” realizzato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) per supportare l’azione dei reparti territoriali del corpo
nel contrasto dell’accumulazione di capitali da parte della criminalità organizzata, ha avviato accertamenti patrimoniali nei confronti di un soggetto crotonese sottoposto nel 2012, dal Tribunale di Crotone, alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale Antimafia in quanto ritenuto appartenente alla cosca "Bonaventura-Vrenna-Corigliano".

Il D.lgs. 159/2011 cosiddetto Codice Antimafia prevede all’art. 80 che chi è colpito da tali misure di prevenzione ha l’obbligo di comunicare, per dieci anni, ogni variazione del proprio patrimonio che superi la cifra di euro 10.329 al nucleo di polizia economico finanziaria ove risiede. L’art. 76 del medesimo decreto sanziona chi non ottempera al citato obbligo con la reclusione da due a sei anni e con la multa fino a 20.658 euro oltre alla confisca del bene in caso di condanna.

In tale contesto si colloca l’esito dell’attività svolta dal nucleo di polizia economico finanziaria di Crotone che avendo riscontrato l’omessa comunicazione, da parte del soggetto controllato, dell’acquisto nell’anno 2018, di
un appartamento nel Comune di Crotone del valore di 95.000,00 euro, ha proceduto a segnalare la sua posizione alla locale Procura della Repubblica.

In data 21 giugno 2021 il Gip presso il Tribunale di Crotone, su richiesta della citata autorità giudiziaria, ha emesso, relativamente al suddetto appartamento, decreto di sequestro preventivo eseguito in data 24 giugno 2021.

Le indagini eseguite dal nucleo PEF e l’attenzione della Procura della Repubblica confermano, ancora una volta, l’importanza delle attività a contrasto di tutte le forme di criminalità economico-finanziaria, che mirano a reprimere anche quei comportamenti che sembrano apparire poco lesivi del contesto economico, ma che spesso sono sintomatici di tentativi di infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-sociale del territorio.

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