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Omicidio Palmieri nel Vibonese, condannato a 8 anni un cugino della vittima

Per il gup è responsabile di cooperazione in delitto colposo

Francesco Palmieri

Il Gup del tribunale di Vibo Valentia, Francesca Del Vecchio, ha emesso una sentenza di condanna a otto anni e due mesi nei confronti di Nicola Polito, di 34 anni di Paravati, ritenendolo responsabile di cooperazione in delitto colposo, morte come conseguenza di altro delitto e omicidio colposo nei confronti del cugino Francesco Palmieri, ucciso l’uno aprile 2020 a Paravati di Mileto con un colpo di fucile calibro 12 alla testa. Insieme a Polito, che è stato processato con rito abbreviato, è imputato anche Pasquale Evolo (53) che, assistito dall’avvocato Filippo Accorinti, invece, ha scelto il rito ordinario e sarà processato il 27 ottobre prossimo. L'accusa, sostenuta dal Procuratore Camillo Falvo e dal pm Concettina Iannazzo, nella requisitoria ha ripercorso tutta la vicenda ed ha chiesto una condanna a 15 anni e 6 mesi. Successivamente è stata la volta delle parti civili con gli avvocati Giuseppe Monteleone e Antonio Porcelli, in rappresentanza dei familiari della vittima, e della difesa che, rappresentata dall’avvocato Salvatore Sorbilli, ha chiesto l'assoluzione di Polito per quanto concerne lo sparo che uccise la vittima (perché in udienza è emerso che sarebbe stato Evolo) mentre per la contestazione delle armi ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti, compresa la scelta del rito che consente uno sconto di pena fino ad un terzo, e per la detenzione di droga ha rilevato la lieve quantità all’atto del sequestro. L’uccisione di Palmieri, avvenuta in pieno lockdown, secondo l'accusa, avrebbe avuto origine nel corso di una colluttazione scaturita da una sorta di regolamento di conti per questioni legate alle sostanze stupefacenti, la cui entità monetaria ammontava a poche decine di migliaia di euro. I due, nel corso del diverbio fisico, avrebbero fatto esplodere una cartuccia dal fucile che Polito aveva portato con sé. Polito avrebbe atteso l'arrivo di Evolo e Palmieri imbracciando il fucile. ed Evolo, alla vista dell’arma, lo avrebbe assalito per strappargliela. In quel frangente, però, era partito il colpo che aveva determinato il decesso di Palmieri che stava soltanto assistendo allo scontro. (ANSA).

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