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Catanzaro, la “cerniera” tra clan e istituzioni

Le chat trovate negli smartphone degli indagati confermano i due volti dell’imprenditore Gallo

Gli agenti della Dia durante le perquisizioni dell'operazione "Basso profilo" di Catanzaro

C'è un mondo di mezzo che da una parte dialoga con esponenti delle istituzioni, mentre dall'altra non ha vergogna a mostrare i legami con esponenti di primo piano della 'ndrangheta. C'è tutto questo nelle chat rinvenute dagli inquirenti negli smartphone sequestrati agli indagati nell'operazione Basso Profilo. Emergono i rapporti con gli amministratori pubblici da “attivare” in caso di necessità, così come le foto condivise su whatsapp provano la saldatura con le cosche. Particolarmente interessante il materiale estrapolato dal cellullare di Vincenzo de Luca. Per gli inquirenti è «uomo di stretta fiducia» di Antonio Gallo (l'imprenditore perno dell'inchiesta). Il 42enne catanzarese, secondo gli investigatori, è «a conoscenza di tutte le questioni» sia personali che criminali e avrebbe avuto un ruolo fondamentale, era infatti impiegato per scambiare messaggi e regali tra Gallo e i maggiorenti delle cosche.

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