La situazione al porto è ora di stallo assoluto: da un lato i due specchi d’acqua ingombri dei pontili sotto sequestro e ancora non rimossi; dall’altro le procedure per aprire l’utilizzo ai diportisti del terzo specchio d’acqua, il cui iter non è certo semplice e di rapido espletamento. In mezzo ci sono proprio i diportisti e tutti quegli operatori che con il porto e i suoi flussi ci vivono, tra lavoro diretto e indotto. Col passare delle settimane i nodi, anziché sciogliersi, si sono ulteriormente ingarbugliati. La decisione del Consiglio di Stato contro Navylos (la società titolare dei pontili sotto sequestro) non ha al momento sortito effetti. E il doppio ultimatum del Comune per lo sgombero delle strutture galleggianti sta passando senza colpo ferire. O, meglio, una volta scaduto, in assenza di intervento da parte di Navylos - che al momento ha chiesto solo dettagli su alcune aree da utilizzare per piazzarvi i pontili una volta rimossi - ci vorrà dell’altro tempo: il Comune dovrà infatti fare un impegno di spesa, individuare una ditta specializzata che con sommozzatori e attrezzature interverrà e i relativi costi saranno attribuiti poi in danno a Navylos. Nel frattempo si è inserita la revoca in autotutela delle nuove assegnazioni fatte a Bay What srls e alla stessa Navylos, che mette nubi pesanti sul futuro del porto a breve termine. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro