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Catanzaro, per il Porto di Lido è l’ora delle analisi

Il dirigente comunale delle Grandi opere, Giovanni Laganà, sull’iter dei lavori di completamento in stallo. La valutazione ambientale è il nodo da sciogliere per riavviare il percorso. Parte a breve la caratterizzazione marina e dell’arenile chiesta dal ministero

«Un conto è realizzare una rotatoria stradale, un altro è costruire un porto». Mette subito le cose in chiaro il dirigente del settore Grandi opere di Palazzo De Nobili, l’ingegner Giovanni Laganà, che in merito all’iter relativo al completamento del porto di Lido si mostra fiducioso e invita a prendere atto della complessità che riguarda l’intera procedura di un progetto che prevede un investimento di 20 milioni di euro.

C’è una data limite per sfruttare le risorse disponibili, il 2025, entro la quale tutto dovrà essere concluso. E stando alla tempistica di massima indicata, anche se l’iter per il “nuovo” porto è iniziato nel 2012, i margini in effetti ci sono: «I progettisti hanno indicato, e noi lo ribadiremo nei documenti di gara, un anno circa per il completamento delle opere. Quindi la scadenza del 2025 è un termine che si può-deve rispettare».

Intanto con una decisione che sarà presa già nel corso dell’estate riguardo alla scelta tra la procedura di appalto integrato oppure la conclusione della progettazione esecutiva per poi andare successivamente in gara d’appalto; la prima garantirebbe tempi più contenuti, ma è una decisione che sarà presa a Palazzo De Nobili sulla base di un’adeguata ponderazione.

L’impasse

Intanto, però, c’è da sbloccare la procedura per la Valutazione d’impatto ambientale (Via), incagliata al ministero dell’Ambiente in seguito alla richiesta di integrazioni avanzata dalla commissione a marzo scorso; procedura di Via sospesa su richiesta del Comune stesso che ha chiesto un tempo congruo per poter fornire le integrazioni richieste. Proprio in questi giorni è stato affidato il servizio di caratterizzazione fisica, chimica, microbiologia ed eco tossicologica dell’area portuale e dell’arenile adiacente, che rientra tra le richieste avanzate dalla commissione ministeriale.

Non è stato un fulmine a ciel sereno, tiene a sottolineare il dirigente: «Non potevamo essere sorpresi, non ho mai visto una infrastruttura del genere che non sia stata oggetto di richieste di integrazione da parte del ministero perché la commissione ha ritenuto di chiedere approfondimenti. È un’opera da 20 milioni – ricorda – che si realizzerà in mare, dove l’impatto ambientale è superiore a quello di altre opere di ingegneria civile».

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