Fumi tossici a Scordovillo, un dramma infinito che dura da anni e, a pagarne le conseguenze, sono prima di tutto i residenti della baraccapoli. Le nubi nere che si levano ogni volta che vengono bruciati rifiuti pericolosi sprigionano sostanze inquinanti che nuocciono alla salubrità dell’aria e alla salute delle persone. Effetti devastanti che hanno un primo riscontro tangibile nell’aumento dell’incidenza delle patologie tumorali tra i rom che vivono al campo. Karin Faistnauer e Bianca Lillo, rispettivamente presidente e vice dell’associazione Donne e Futuro, operano nella bidonville da tanti anni. Dal loro particolare e diretto osservatorio le operatrici sociali hanno potuto rilevare l’incremento dei casi di malati di tumore. In particolare un giovane nemmeno trentenne ha contratto una particolare patologia oncologica dovuta proprio alla diossina, elemento inquinante presente nei fumi tossici. Questo stesso giovane ha perso due sorelle giovanissime sempre a causa del cancro e anche altri componenti della sua famiglia si sono ammalati gravemente.
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