Caos infinito al pronto soccorso del "Giovanni Paolo II". Medici in affanno in corsia, a causa della carenza di organico dovuta a ferie e malattie, ma anche flusso di utenza non Covid in aumento con lunghe ore di attesa e servizi dimezzati. La storia del pronto soccorso in estate è sempre la stessa e non pare modificarsi: «Il nostro sacrificio non si ferma ma siamo davvero stanchi», è il commento di un medico del presidio lametino che fa sapere come oltre alle normali ore giornaliere e notturne a Lamezia in molti fra colleghi sono reperibili e trasferiti al presidio del Reventino, a Soveria Mannelli dove si recano senza alcun lamento ma non possono esaurire efficacemente il loro lavoro. A Soveria, infatti, non funziona la radiologia e neanche il laboratorio. «Non è possibile lavorare così in pochi - dice il medico - noi non ci fermiamo ma è impensabile lavorare con 2 medici di giorno e 2 di notte e nel contempo stare a disposizione per andare avanti e indietro da Soveria Mannelli». In estate, inoltre, il personale è dimezzato a perché per 2 medici alla volta scattano le ferie ma molto si mettono in malattia e le cose allora si complicano in modo rilevante.
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