La Dda di Catanzaro ha chiuso il cerchio sull'inchiesta “Golgota” che lo scorso 10 febbraio ha disarticolato le cosche Arena-Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto capeggiate da Salvatore Arena, detto Caporale, e del ceppo “pecorari” dei Mannolo di San Leonardo di Cutro, impegnate in un giro di spaccio e traffico di marijuana e cocaina. I sostituti procuratori dell'Antimafia, Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, hanno fatto notificare l'avviso di conclusione indagini a 56 persone.
Devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, narcotraffico, detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e trasferimento fraudolento di beni. Tra le «storie criminali» contenute nelle carte del procedimento c'è lo spaccio di cocaina che Santo Claudio Papaleo avrebbe messo in piedi a Le Castella nel 2018, dopo la rottura col gruppo guidato da Antonio Astorino a causa del mancato pagamento di una partita di droga.
La vendita degli stupefacenti, come documento dalla Squadra mobile che ha condotto l'attività investigativa, avrebbe avuto come «base operativa» un noto bar della località turistica di Isola Capo Rizzuto. Ma fiumi di cocaina, eroina e marijuana sarebbero stati riversati per anni nelle piazze di spaccio di Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto anche dal ramo “pecorari” del clan Mannolo.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro
Caricamento commenti
Commenta la notizia