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Catanzaro, De Sarro: «L’Umg non ha paura dell’Unical»

Il rettore respinge i timori per l’ateneo manifestati dal sindaco in Consiglio comunale

Il rettore dell’Università Magna Græcia di Catanzaro Giovambattista De Sarro

«L’Università Magna Græcia non ha paura dell’Unical». Il rettore dell’ateneo catanzarese, Giovambattista De Sarro, liquida così i timori rispolverati dal sindaco, Sergio Abramo, nell’ultima seduta di Consiglio comunale rispetto al corso interateneo che ha messo in collaborazione il capoluogo di regione e Cosenza nel solco del corso di laurea in Medicina e Tecnologie digitali. In sostanza, il rettore era e resta convinto della bontà di una scelta che blinda la facoltà di Medicina dei Tre colli attraverso una convenzione sottoscritta per una durata di 18 anni e si appella proprio alla storia per chiarire che «l’Unical non potrà di certo fare in due giorni ciò che l’Università Magna Græcia ha fatto in mezzo secolo d’attività». De Sarro cala, dunque, il poker delle difficoltà per mettere all’angolo chi il corso interateneo in Medicina e Tecnologie digitali, recentemente approvato dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, continua a osteggiarlo senza remore. «Ci vuole una cultura – dice senza filtri – insieme a bilanci in regola, a una storia solida e a una struttura che cammini già da sé».

La teoria del contrasto all’Unical costi quel che costi, dunque, De Sarro la respinge al mittente convinto com’è che «continuare a dire che la casa del vicino debba bruciare non porti da nessuna parte». Ecco perché preferisce pensare all’università che guida piuttosto che preoccuparsi di ciò che accadrà a Cosenza. Appare fiero del lavoro fin qui svolto e assicura sulla qualità dell’ateneo al punto da far notare: «Quella di Catanzaro è una delle migliori università del meridione». Il riferimento è alle 30 Scuole di specializzazione accreditate nonché ai 61 contratti in più rispetto all’anno scorso finanziati dal ministero. A parlare però è soprattutto un rettore stanco delle critiche che adesso alla politica chiede il conto anche interrogandosi sul motivo per il quale «il Policlinico sia fermo a 298 posti-letto nonostante una capienza di 450».

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