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Il Comune di Catanzaro nega gli atti sul depuratore e Legambiente si appella al prefetto

La battaglia dell’associazione per conoscere la verità sull’impianto. Il Tar per due volte ha intimato all’ente di fornire i documenti

Il depuratore di Verghello

Il Comune di Catanzaro nonostante due sentenze del Tar sembra non volere tirare fuori dai cassetti tutti i documenti relativi al depuratore di Catanzaro, in località “Verghello”. Lo denuncia Legambiente che si appella al prefetto per dare esecuzione a quanto stabilito dal Tribunale amministrativo della Calabria.

Nell'anno 2019 l’associazione ambientalista, nell'ambito della protesta dei cosiddetti “lenzuoli bianchi”, ha sostenuto un gruppo di cittadini del quartiere Lido di Catanzaro, che protestavano contro il cattivo odore proveniente dall’impianto. Al sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, come ad altre autorità, era stato presentato l’esposto “Mal’aria” sul depuratore di Verghello. Legambiente, insieme ai cittadini, con quel documento chiedeva al Comune di Catanzaro trasparenza sugli interventi adottati precedentemente e successivamente alla delibera n.119/2019 del 03.04.2019 per la manutenzione e la rifunzionalizzazione dell’impianto di depurazione in località Verghello: informazioni ambientali, in merito alla funzionalità dell'impianto di depurazione delle acque reflue e sull'utilizzo degli investimenti stanziati già nell'anno 2006 per la costruzione della nuova rete fognaria e di depurazione della città.

Legambiente aveva portato avanti la mobilitazione cittadina presentando al Comune di Catanzaro, in data 2 luglio 2019, istanza di accesso agli atti e alle informazioni ambientali relativi al sistema di depurazione di Catanzaro. A fronte del silenzio serbato dall’amministrazione locale sull’istanza, l’associazione con gli avvocati Mancuso e Parretta, ha poi depositato ricorso al Tribunale Amministrativo nei confronti del Comune di Catanzaro e della SoT.Eco. s.p.a., gestore del servizio e parte controinteressata del giudizio.
Nell'anno 2019, il Tar con propria sentenza ha ordinato al Comune di Catanzaro di consentire entro 30 giorni a Legambiente Calabria l’accesso agli atti e alle informazioni ambientali relativi al sistema di depurazione di Catanzaro espressamente indicati e richiesti, condannando l’amministrazione al pagamento delle spese di giudizio. A distanza di due anni il Comune di Catanzaro, a fronte della protesta cittadina, ha consentito solo un accesso parziale, così costringendo nuovamente Legambiente a ricorrere al Tar per ottenere, in sede di ottemperanza, l’esatta esecuzione della sentenza non impugnata dall’ente ed ormai passata in giudicato.

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