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"La strada che non c'è" tra Catanzaro e Cosenza. Dopo 30 anni resta isolato il Reventino

L’Assiste di Soveria Mannelli chiede interventi immediati

È ormai quasi un decennio che si fa un gran parlare dell’area interna del Reventino-Savuto, una delle prime a essere avviate alla sperimentazione di una “progettazione partecipata” di opportunità di sviluppo, con risultati a tutt’oggi irrilevanti e soprattutto lasciando desolatamente irrisolto quello che i più riconoscono come il principale problema di questo territorio: l’isolamento dovuto alla carenza di un’adeguata infrastrutturazione viaria e ferroviaria.

Finalmente una voce autorevole si è di recente levata dal Consiglio comunale di Soveria Mannelli su quella che è diventata tristemente famosa come «la strada che non c’è», cioè la strada del Medio Savuto di collegamento tra Catanzaro e Cosenza, e che viene definita dal presidente Angelo Sirianni «di fondamentale e vitale importanza». Ora, seppure «tardivamente», come puntualizza il consigliere di minoranza Michele Chiodo, si è deciso di tornare sul problema con una deliberazione che intende «sollecitare tutti gli Enti preposti (Stato, Regione, Provincie, Anas), ciascuno per le proprie competenze, a mettere in campo i finanziamenti necessari e sufficienti al completamento della strada».

Di questa strada si è cominciato a parlare a metà degli anni Ottanta, quando si favoleggiava dell’imminente possibilità di raggiungere Catanzaro e Cosenza in tempi almeno dimezzati e con maggiore sicurezza...

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