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Agricoltura catanzarese a secco, Tallini: A2A non rilascia l'acqua

«La società idroelettrica A2A, di fatto, non sta rispettando la convenzione sottoscritta nel 1968, tra l’ex Cassa per il Mezzogiorno (oggi Regione Calabria) ed Enel a cui è subentrata A2A SpA, adducendo quale motivazione l’incompatibilità con le condizioni idrologiche del periodo, e dunque con la necessità di salvaguardare la risorsa idrica necessaria a garantire il fabbisogno potabile.

Motivazione addotta dalla società del tutto pretestuosa e infondata, in quanto l’invaso del Passante ha disponibilità idrica sufficiente a soddisfare le esigenze potabili e irrigue, che, in ogni caso, hanno la prevalenza per legge sull’uso idroelettrico». Lo ha affermato, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Tallini.
«Il Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese - ha ricordato Tallini - fornisce acqua per scopi irrigui consentendo la coltivazione di ben 1.700 ettari di terreni agricoli ricadenti nel proprio comprensorio.  E ciò attraverso la disponibilità idrica del Lago Passante, che A2A deve rilasciare a valle della centrale idroelettrica di Magisano nel periodo giugno/settembre di ogni anno per un volume complessivo pari a 24,6 milioni di metri cubi».   Ma «tale situazione sta creando notevoli disagi agli agricoltori ormai esausti da una situazione diventata insostenibile, dopo mesi di carenza idrica, in un momento nel quale le colture sono in campo e le condizioni climatiche sono più proibitive del solito. L’agricoltura rappresenta il principale volano di sviluppo di questa regione e non può essere mortificata da interessi di parte e deve quindi essere tutelata a garanzia delle produzioni di eccellenza e dei riflessi occupazionali connessi. Il Consorzio di Bonifica dopo aver tentato invano la strada del dialogo con la Società, si è visto costretto a ricorrere al Giudice.  La battaglia che sta portando avanti l’Ente consortile con il suo Presidente, avv. Fabio Borrello, è del tutto condivisibile, e trova il mio pieno sostegno, essendo arrivato il momento, dopo mezzo secolo, che l’acqua, in quanto risorsa pubblica, sia gestita nell’interesse dei Calabresi».

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