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Lamezia, fanghi sversati nel torrente. Sigilli al depuratore comunale

Il sequestro è stato disposto dalla Procura locale e da quella di Vibo. L’impianto gestito dalla Deca si trova nell’area industriale. Disposto il divieto di balneazione in diversi tratti della costa

Dopo le numerose segnalazioni di cittadini e turisti indignati e allarmati per la presenza di chiazze verdognole nel mar Tirreno – la Gazzetta ne ha dato conto nei giorni scorsi – è arrivato anche un primo segnale dall’autorità giudiziaria. Un segnale chiaro, frutto della collaborazione tra le Procure di Lamezia e Vibo e del lavoro della task force che hanno istituito proprio per contrastare il fenomeno dell’inquinamento del mare. Nei giorni scorsi il personale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e dal comando della Guardia di finanza di Lamezia Terme hanno sottoposto a sequestro preventivo il depuratore consortile a cui confluiscono le condotte fognarie di diversi Comuni del comprensorio.
L’impianto è gestito dalla Deca srl, una società di scopo che nel 2010 si è aggiudicata, con una concessione di 15 anni con il Consorzio industriale della Provincia di Catanzaro, la gestione e il completamento dell’esistente piattaforma depurativa consortile nell’area industriale lametina, anche a servizio dei Comuni di Lamezia, Curinga, Falerna, Gizzeria e Filadelfia, con l’adeguamento dei relativi collettori fognari e sollevamenti.

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