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Catanzaro, il fronte del porto inguaia anche Abramo

L’infrastruttura mai completata sullo sfondo dell’inchiesta che coinvolge il sindaco

Prima i dubbi sui requisiti dei pontili, poi i sospetti sull'iter per la concessione demaniale, e infine l'immagine dell'estate 2021 con il porto completamente vuoto. Ora l'ultimo atto che rischia di gettare una luce sinistra sugli ultimi anni del porto di Catanzaro Lido. La Procura ha infatti iscritto nel registro degli indagati il sindaco Sergio Abramo suo nipote Danilo Abramo, l’imprenditore Raul Mellea e il fratello avvocato Gennaro Piero Mellea. Secondo quanto si è riusciti a ricostruire, dietro l'iscrizione del primo cittadino vi sarebbe un'ipotesi di corruzione collegata proprio alla gestione dei pontili del porto da parte della società Navylos di Raoul Mellea. Il sindaco attraverso il suo avvocato Enzo Ioppoli ha già fatto sapere di essere completamente «estraneo a una qualsiasi vicenda corruttiva così come dimostrato nei vent'anni di sindacatura», di voler incontrare i pm per chiarire i fatti contestati e infine di essere pronto a denunciare «chiunque abbia millantato di poter “avvicinare” il sindaco». Ma per comprendere come sia stato possibile giungere a questo epilogo è necessario riannodare le fila della storia recente del porto caratterizzata da inchieste penali e battaglie legali.

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