Sono passati circa due anni dal giorno del blitz Scott Rinascita. Ma non basterà portare avanti il processo e arrivare ad una sentenza anche se sarà questo il primo vero pilastro da “piantare” per dimostrare con i fatti che in Calabria si comincia a fare sul serio. C'è un percorso parallelo ancora tutto da esplorare e che sfugge ai media ed a quanti immaginano che la lotta alla mafia passa solo attraverso l’azione repressiva che culmina molto spesso nelle misure cautelari in carcere. Negli uffici della Prefettura di Vibo, dove da pochi mesi si è insediata Roberta Lulli, si comincia a mettere mano alle interdittive antimafia a carico di aziende e ditte condizionate o addirittura espressione economica diretta di capi e gregari delle cosche che attraverso loro prestanomi dettano legge anche sul mercato del lavoro, si aggiudicano appaltati pubblici, si mettono al servizio degli enti e di politici, si accreditano nei comuni e nei vari enti fino a soffocare le imprese sane (poche purtroppo) che operano sul territorio. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro