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La ventenne di Soverato sbranata dai cani a Satriano, telefonini e reperti in mano al Ris

Le indagini sulla tragica morte di Simona Cavallaro

Alcuni cani del branco assassino che ha ucciso a Satriano la giovane soveratese Simona Cavallaro

Si cerca ormai da sei giorni l’ultimo cane killer del branco che ha ucciso Simona Cavallaro. Le operazioni dei carabinieri e degli esperti arruolati per catturare i cani che giovedì scorso hanno attaccato nella pineta di Monte Fiorino la ventenne originaria di Soverato, continuano senza sosta. Il capobranco era stato già accalappiato attraverso le battute che i militari continuano a effettuare attraverso l’uso di campane che simulano la presenza del gregge. Sono state essenziali per attirare gli animali tra cui proprio l’ultimo esemplare, sfuggito di un soffio al lancio della siringa necessaria per sedarlo. Nella giornata di ieri, a differenza dei giorni precedenti, però, non si è fatto vivo nella pineta, l’ipotesi è che si sia spinto oltre il territorio che abitualmente frequentava. Una notizia che non lascia troppo tranquilli gli inquirenti che continuano le ricerche sfruttando le ore di luce mentre i colleghi del Ris di Messina si occupano delle analisi dei reperti prelevati sugli animali e di quelle telematiche sui dispositivi della vittima e del ragazzo che l’accompagnava. I carabinieri hanno sequestrato gli smartphone in cui si cercano tutte le fonti di prova necessarie a ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e incrociarle con le dichiarazioni rese dall’unico testimone presente al momento dell’attacco.

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