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'Ndrangheta, Petrolmafie: chiesti 85 rinvii a giudizio. Tra questi anche presidente provincia di Vibo

L’udienza preliminare è stata fissata dal Gup per il 4 ottobre prossimo e fra le richieste di rinvio a giudizio ci sono anche tre funzionari della Provincia di Vibo Valentia, imprenditori e boss dei clan Mancuso, Fiarè e Piscopisani

Il presidente della Provincia di Vibo Salvatore Solano

La Dda di Catanzaro con il procuratore Nicola Gratteri ed i pm Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso, ha avanzato 85 richieste di rinvio a giudizio per gli indagati dell’inchiesta "Petrol Mafie", denominata anche "Rinascita Scott 2" o "Dedalo".

Il processo è stato chiesto anche per il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano, che è anche sindaco di Stefanaconi (comune confinante con Vibo). Solano è indagato per i reati di corruzione, scambio elettorale politico-mafioso e turbata libertà degli incanti con l’aggravante mafiosa. Secondo la Dda avrebbe stretto un accordo con il cugino Giuseppe D’Amico (in carcere con l’accusa di associazione mafiosa) sia per essere eletto nelle elezioni del 2018 (in una coalizione sostenuta da Forza Italia) con metodi intimidatori nei confronti degli elettori, sia per affidare alla ditta dello stesso D’Amico appalti per la bitumazione delle strade in maniera illecita e con materiale scadente.

L’inchiesta fa anche luce sugli affari della 'ndrangheta nel settore degli idrocarburi. L’udienza preliminare è stata fissata dal Gup per il 4 ottobre prossimo e fra le richieste di rinvio a giudizio ci sono anche tre funzionari della Provincia di Vibo Valentia, imprenditori e boss dei clan Mancuso, Fiarè e Piscopisani.

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