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Monterosso Calabro ricorda il brigadiere Vincenzo Curigliano

Il piccolo comune del vibonese ha omaggiato il militare deceduto in servizio il 18 settembre del 1970, durante i Moti di Reggio

La comunità di Monterosso Calabro ha ricordato questa mattina il suo eroico figlio Vincenzo Curigliano, brigadiere del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza deceduto tragicamente in servizio il 18 settembre del 1970, durante i Moti di Reggio. A 51 anni dalla scomparsa, è stata organizzata una cerimonia semplice e composta - nel pieno rispetto delle norme di prevenzione sanitaria - presso il cimitero di Monterosso Calabro, dove Curigliano riposa.

Alla manifestazione hanno preso parte i figlie alcuni parenti della gloriosa vittima, il sindaco di Monterosso Antonio Giacomo Lampasi, le Forze dell’Ordine e una nutrita rappresentanza dell’Associazione Nazionale di Polizia di Stato - tra cui anche poliziotti in quiescenza, colleghi di Curigliano che hanno vissuto i medesimi drammatici eventi. La commemorazione è iniziata con la santa messa, officiata dal parroco, padre Carmelo Andreacchio e dal cappellano della Questura, don Enzo Varone; a seguire, le autorità militari hanno deposto una corona di fiori sulla tomba della vittima, tra l’emozione dei presenti.

Sentita la partecipazione dei monterossini, che ogni anno onorano il brigadiere Curigliano per non dimenticare il sacrificio che egli ha compiuto in nome del dovere e della divisa. La frattura delle costole subita nel corso degli scontri dei Moti di Reggio, provocò al brigadiere un arresto cardiaco che lo portò al decesso mentre si trovava, assieme a numerosi colleghi, asserragliato all’interno della Questura di Reggio Calabria. Quest’ultima era stata presa d’assalto da orde di manifestanti che contestavano, con sommosse popolari, la decisione di designare Catanzaro anziché Reggio Calabria a capoluogo di regione.

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