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Lamezia, l’odissea di un paziente “parcheggiato” in corridoio

Sballottato dall’ospedale lametino al “Pugliese” di Catanzaro. Attesa di 4 ore soltanto per conoscere l’esito del tampone

L'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale di Lamezia Terme

Sono molte le odissee dei pazienti dell'ospedale "Giovanni Paolo II". Nonostante l'estate sia passata resta il cartellino rosso in pronto soccorso, dove il percorso pulito e il percorso sporco (area Covid) sono ancora un po' confusi; i reparti sono allo stremo, con personale infermieristico e medico sempre ridotto. Le attività ambulatoriali, quelle che al solito si eseguono al mattino, sono fra le più caotiche. Restano le lunghe file al Cup e al centro prelievi.
Zero, invece, i controlli negli ingressi del presidio ospedaliero, nonostante il Covid non abbia cessato di stare in mezzo a noi. Ultimo episodio spiacevole, che delinea la scarsa efficienza dei reparti, è stato a danno di Nicolino Panedigrano, che in prima persona si è trovato nelle ultime ore a dover far fronte a un sistema sanitario al collasso ormai da troppo tempo.

«Sono arrivato ieri sera alle 19 al Pugliese di Catanzaro per un iniziale distacco di retina all'occhio destro. Un primo tampone rapido per accedere al reparto di oculistica. Venivo dall'ospedale di Lamezia, il cui reparto di oculistica, ampio e deserto, è stato ridotto dai commissari regionali a struttura semplice e senza posti letto, né strumentazioni per intervenire, dove tra pronto soccorso e attività di reparto avevo già trascorso più di tre ore».

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