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Buche, sosta selvaggia e inciviltà a Catanzaro. La città negata alle persone disabili

La battaglia quotidiana contro le barriere architettoniche

Il diritto a vivere una vita normale anche se si ha una disabilità è garantito a Catanzaro? Una domanda complessa a cui abbiamo provato a rispondere ascoltando chi, quotidianamente e sulla propria pelle, vive le difficoltà pratiche che derivano dall’avere in famiglia un portatore di handicap. Francesco e Nila Ricca, genitori di Maila, da anni non si nascondono e affrontano a viso aperto delle battaglie quotidiane per permettere alla loro figlia 18enne, costretta in sedia a rotelle da sempre, di non sentirsi esclusa, diversa. Una sfida che due genitori giovani possono affrontare perché in forze. Una sfida che però spesso li obbliga a sforzi fisici e passeggiate a ostacoli che Maila, senza i suoi genitori, non riuscirebbe ad affrontare. La famiglia risiede nel centro storico e già la strada di accesso a casa è stato un primo problema: «Per anni abbiamo chiesto che venisse asfaltato un brevissimo tratto che è l’unica via di accesso – racconta Nila -. Sono anche caduta un paio di volte a causa delle buche: con la carrozzina era impossibile camminare e quindi eravamo costretti a prendere in braccio nostra figlia. Dopo diverso tempo la strada è stata asfaltata, ma ora c’è il problema del diserbo che viene effettuato a singhiozzo: la strada è stretta e le erbacce la coprono rapidamente».

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