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Catanzaro, crollo del muro sulla Statale 106: due rinvii a giudizio e un'assoluzione

Tutti  e  tre  gli indagati erano finiti sotto inchiesta con l’accusa di  cooperazione  colposa

Due persone rinviate a giudizio e un imputato assolto. Questo il primo verdetto sull’inchiesta per il crollo del muro di contenimento della rampa di accesso sulla statale 106 avvenuto nel 2017 a Catanzaro. Il gup Antonio Battaglia ha rinviato a giudizio Ajmone Cat Alessio Marino, ingegnere progettista per conto di Astaldi Spa, e  Michele Mele, ingegnere collaudatore statico dell’opera. Assolto invece l’ingegnere direttore dei lavori Antonio Bevilacqua, giudicato con rito abbreviato. Il processo inizierà il 28 giugno.

L'inchiesta

Tutti  e  tre  gli indagati erano finiti sotto inchiesta con l’accusa di  cooperazione  colposa  nell’aver  provocato  il  crollo  del  muro  di  contenimento  della  rampa  di  accesso  numero  6,  non  prevedendo  un  idoneo  sistema  di  drenaggio  dell’acqua,  effettuando  una  sottostima  dei  carichi  agenti  sul  terrapieno  e  realizzando  una  sovrastima  dei  parametri  di  resistenza  meccanica  del  terreno.  A  maggio  2017  il  tratto  crollato  era  stato  posto  sotto  sequestro  da  parte  della  Guardia  di  finanza  e  gli  accertamenti  sugli  interventi  eseguiti  erano  stati  affidati  a  un  pool  di  esperti  dell’Unical.  Proprio  sulla  base  di  queste  verifiche  sono  state  effettuate  le  contestazioni  messe  nero  su  bianco  dal  procuratore  aggiunto  Vincenzo  Capomolla  e  dal  sostituto  Vito  Valerio.  Ai  tre  professionisti  sono state contestate  condotte  attive  o  omissive  che  avrebbero  «cagionato,  per  colpa  generica  e  specifica,  il  crollo  del  muro  di  contenimento».

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