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L’odissea senza fine dei dializzati di Catanzaro. La sanità non offre loro garanzie

I trasporti restano il punto debole di un sistema già molto fragile

Duecentottantasette dializzati. È il numero che segna l’incidenza delle nefropatie più gravi in tutta la provincia di Catanzaro. In Calabria sono circa 1.500 e l’ultima stima targata Aned lascia emergere ovunque le carenze di una sanità pubblica che non riesce a farsi carico di pazienti che non hanno bisogno soltanto della cura, ma anche di un sistema che li segua nella gestione di tutti gli aspetti che afferiscono a patologie complesse. Trasporti in primis perché i dati più recenti raccolti tra Catanzaro e provincia dall’Associazione nazionale emodializzati dicono che sono ben 74 i pazienti che necessiterebbero di un mezzo alternativo, ovvero di un sostegno che nei fatti non esiste, che li porti da casa al centro dialisi e viceversa. Si scopre dunque che la nefropatica catanzarese che lunedì ha raccontato il suo dramma attraverso il marito proprio dalle colonne della Gazzetta del Sud è soltanto una tra le tante. Sono tantissimi i dializzati che vanno a fare dialisi da soli o con i familiari perché le ambulanze trasportano soltanto 33 pazienti e i problemi sociali aggravano questioni sanitarie già complicate.

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