«Insieme al mio amico, abbiamo deciso di andare ad acquistare della cocaina nel quartiere Aranceto da me conosciuto come famosa zona di spaccio. Giunto nel citato quartiere, abbiamo incontrato un bambino di etnia rom, di circa 8/9 anni d'età, in bici, il quale mi ha chiesto cosa volessimo. Per tutta risposta gli ho spiegato che stavamo cercando qualcuno da cui acquistare della droga.
Il bambino, senza alcuna sorpresa, mi ha indicato un portone dicendomi di salire ai piani superiori». Accade probabilmente ogni giorno nel quartiere Aranceto, periferia sud del capoluogo di regione. Sono gli stessi acquirenti a raccontare agli investigatori che hanno condotto l’inchiesta Drug Family il ruolo da protagonisti che hanno i minori nella gestione di una delle più grandi piazze di spaccio della Calabria. Dalle dichiarazioni degli acquirenti sentiti dalla Polizia Giudiziaria è emerso come il complesso abitativo del quartiere "Aranceto" sia ben controllato dagli stessi residenti e "difeso", da qualsiasi tentativo di controllo delle Forze dell'Ordine, con l'utilizzo di numerose "sentinelle", perlopiù giovani minorenni e bambini, che presidiano le strade d'accesso, pronti a dare l'allarme in caso di avvistamento di qualche pattuglia.
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