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L’inchiesta sul “sistema Petilia”. La Procura: processate Nicolazzi

Il procedimento che vede indagato l’ex sindaco per concussione e violenza sessuale

C’è l’ex sindaco di Petilia Policastro, il 70enne Amedeo Nicolazzi, che deve rispondere di violenza sessuale e concussione; e c’è l’ex vicesindaca del popoloso centro del Marchesato, Francesca Costanzo (61 anni), alla quale viene contestato il reato di falso. Sono solo due dei dodici indagati per i quali la Procura di Crotone ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito del procedimento scaturito dall’operazione sul “sistema Petilia”, scattata il 16 aprile scorso con l’esecuzione di 8 misure cautelari. L’istanza è stata depositata dal pubblico ministero Alessandro Rho, titolare del fascicolo, nella cancelleria del giudice per le udienze preliminari del Tribunale. Inoltre, come si ricorderà, l’inchiesta ha poi portato al commissariamento del Comune di Petilia, in seguito alle dimissioni in massa dei consiglieri. Oltre a Nicolazzi e Costanzo, a rischiare il processo ci sono: l’agente della Polizia locale Marta Costanzo (27); gli ispettori del Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro Antonio Aloe (65) e Francesco Tilelli (67); il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asp, Domenico Tedesco (64); l’imprenditore edile Palmo Garofalo (59); l’ex consigliere comunale Antonio Curcio (33); l’ex componente dello staff della Giunta di Petilia Marilena Curcio (36); l’ex assessore ai Lavori pubblici dello stesso Comune Vincenzo Ierardi (34); il tecnico dell’ente Sebastiano Rocca (37); e infine Pietro Giulio Lucente (68). Devono rispondere, a vario titolo, di peculato, corruzione e falso.
Lo scorso 5 luglio in uno stralcio del procedimento una dei dodici per i quali la procura ha chiesto il giudicio – Francesca Costanzo – ha già patteggiato una condanna a 3 anni di reclusione per altri 3 capi d’accusa che le venivano addebitati: peculato, corruzione e distruzione di atti pubblici.

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